(ANSA) – ROMA, 3 DIC – La ratifica parlamentare dell’accordo di cooperazione giudiziaria tra Italia ed Emirati e’ piu’ vicina e quindi anche l’estradizione dell’ex parlamentare di Forza Italia Amedeo Matacena latitante a Dubai dopo una condanna definitiva a tre anni e degli altri latitanti italiani negli Emirati Arabi. “Ho avuto rassicurazioni sulla celerita’ dell’iter, che spero si chiuda in ogni caso prima di Natale”, fa sapere il deputato Pd Davide Mattiello. Il quale spiega che “nell’ambito del lavoro in Commissione Giustizia sul ddl che riguarda norme contro il terrorismo internazionale e alcune ratifiche di trattati internazionali, ieri ho proposto di inserire anche la ratifica del trattato firmato il 16 settembre, cosa che tecnicamente non e’ stata possibile perche’ il trattato deve ancora essere portato in Consiglio dei Ministri. Ma il tentativo mi ha comunque consentito di misurare l’attenzione con la quale tanto il ministro della Giustizia Orlando quanto il ministro degli Esteri Gentiloni stiano seguendo la materia”. “Tra i principali motivi di interesse legati al trattato – spiega Mattiello – c’e’ senz’altro la perdurante latitanza di Amedeo Matacena, condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa e successivamente raggiunto da altri provvedimenti giudiziari. Credo che in questo momento non si debba perdere di vista quel modo mafioso di stare al mondo che e’ la capacita’ di collegare per finalita’ illecite soggetti altolocati e apparati potenti sul piano economico ed istituzionale. Guai a pensare che la mafia non ci sia piu’ perche’ non ci sono morti eccellenti per la strada: la mafia e’ potere che si alimenta di corruzione e convergenza di interessi, prima che di violenza. Soltanto che ci vogliono grande professionalita’ e determinazione per seguire questi fili sfuggenti. Merce rara in questo periodo, dove si preferisce concentrarsi su altro. Credo che nell’attesa della ratifica parlamentare Italia ed Emirati possano comunque fare buon esercizio di cortesia diplomatica e porre fine a questa latitanza cosi’ vergognosa. Tanto servirebbe – conclude il deputato – anche a lenire la comprensibile amarezza di quei magistrati, come Lombardo, che giustamente sollecitano la politica a fare cio’ che la magistratura da sola non puo’. Come per esempio far diventare operativo un trattato internazionale”.