(ANSA) – ROMA, 10 GIU – La legge che prevede l’assunzione dei testimoni di giustizia, ovvero di coloro che hanno denunciato criminalita’, pizzo, estorsioni, racket, omicidi, rischia di essere un boomerang per le vittime siciliane: chi e’ stato assunto dalla Regione Siciliana, infatti, non puo’ rientrare nell’Isola, anche volendolo, per motivi di sicurezza. A renderlo noto e’ l’Associazione dei testimoni di giustizia siciliani presieduta da Ignazio Cutro’, il quale lancia un appello: “le istituzioni non possono fermarsi; il testimone, chi spesso ha vissuto quasi da recluso perche’ inserito in un programma di protezione, se vuole tornare in Sicilia, deve poterlo fare e va tutelato. Ringraziamo ancora comunque il presidente Rosario Crocetta per questa legge che da’ lavoro ai testimoni”. Al momento la Regione Siciliana ha assunto 10 testimoni di giustizia, gli altri (sono una cinquantina in tutto) dovrebbero essere assunti a breve. “L’assunzione nella Pubblica amministrazione dei testimoni di giustizia – osserva il deputato Pd Davide Mattiello, che in Commissione Antimafia guida il gruppo di lavoro su collaboratori, testimoni e vittime di mafia – pone problemi che ho piu’ volte evidenziato in queste settimane”. Sulla vicenda siciliana Mattiello auspica “che al piu’ presto la Conferenza delle Regioni firmi il protocollo con la Regione Siciliana: questo protocollo permettera’ di gestire al meglio le esigenze di ciascun testimone”. “E’ ragionevole infatti – ragiona il deputato dem – che il Servizio Centrale di Protezione segnali l’inopportunita’ del rientro in Sicilia di alcuni testimoni di giustizia per motivi di sicurezza, ma questo non deve tradursi nel destinarli tutti alla sede di rappresentanza romana della Sicilia. Il protocollo permettera’ di collocare i testimoni di giustizia nelle altre Regioni, dove spesso i testimoni col cambio di generalita’ si sono ricostruiti una vita e desiderano stare. Il tutto comunque a carico del bilancio della Sicilia”. “Per i non siciliani, la normativa, per essere attuata, ha bisogno di una ricognizione dei posti disponibili nelle PA a livello nazionale: il termine per questa ricognizione e’ fissato per l’autunno. Certo sarebbe meglio riuscire a finire prima. Il percorso fatto in questi anni e’ stato buono e ha affrontato problemi che si trascinavano da decenni. Con il contributo di tutti, anche questi ultimi problemi possono essere risolti”, conclude Mattiello. Intanto dalla Campania il coordinatore dei testimoni di giustizia campani Luigi Coppola chiede che il neo governatore De Luca si attivi per fare si’ che abbiano un lavoro anche i testimoni della Regione. “Da sindaco di Salerno – ricorda Coppola – offri’ lavoro e abitazione ad un vittima della criminalita’. Lo esortiamo a continuare questo percorso come gia’ ha fatto il governatore della Sicilia Crocetta”.