(ANSA) – ROMA, 7 APR – Lavorare per trovare il punto di sintesi piu’ alto, che tenga insieme le ragioni dell’efficienza, con quelle della tutela del lavoro e della trasparenza: e’ l’obiettivo che si prefigge la riforma delle misure di prevenzione patrimoniali e dell’Agenzia nazionale per i beni confiscati, Davide Mattiello, Pd, componente della Commissioni Giustizia e Antimafia e relatore in Commissione Giustizia dei testi di riforma, insieme al vice presidente della Commissione Antimafia, Claudio Fava. Spiega Mattiello: “la Commissione Giustizia della Camera ha cominciato a lavorare sulla riforma della materia fin dall’inizio della XVII Legislatura, quando ancora la Commissione Antimafia non era stata nemmeno costituita, raccogliendo e condividendo l’urgenza che veniva rappresentata in particolare dalle grandi organizzazioni sociali, a cominciare da Cgil e Libera, che aveva depositato una proposta di legge di iniziativa popolare, sostenuta da oltre 500.000 firme. La medesima Commissione ha successivamente deciso di abbinare a quel testo, la pdl 2737 cioe’ proprio il testo uscito all’unanimita’ dalla Commissione Antimafia, sul contenuto del quale c’era gia’ sostanziale convergenza e lo dimostrano gli emendamenti presentati a prima firma Bindi sul Testo Unico 1138, entro il primo termine che era stato fissato per fine febbraio”. “C’e’ la volonta’ di procedere mettendo insieme il meglio delle proposte: le audizioni previste per il 13 e 14 aprile coinvolgeranno proprio i magistrati consulenti della Commissione Antimafia. Dobbiamo lavorare insieme per trovare il punto di sintesi piu’ alto. Mi pare che da parte di tutti i gruppi politici ci sia questa intenzione”, conclude l’esponente del Pd.