#Matacenatorna

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(ANSA) – REGGIO CALABRIA, 31 MAR – In appello, dunque, hatrovato conferma la ricostruzione della Procura reggina, secondo la quale,
nell’autunno 2005, Passanisi avrebbe accettato la promessa di ricevere 200 mila
euro per favorireMatacena in alcuni ricorsi presentati contro i
provvedimenti con i quali l’Ufficio Marittimo aveva respinto richieste avanzate
dalla Amadeus Spa, società operante nel settore del trasporto marittimo di
proprietà dell’ex parlamentare. I giudici d’appello hanno dichiarato non
doversi procedere per prescrizione in merito ad alcuni reati contestati agli
altri imputati, rideterminando così la pena nei confronti della moglie di
Passanisi, Graziella Barbagallo da un anno e otto mesi a un anno e 4 mesi, e
confermando le altre condanne di primo grado nei confronti del factotum di Matacena Martino Politi e di Cesare Giglio, che
avrebbe messo in contatto il gruppo Matacena con
Passanisi (tre anni e sei mesi); di Gabriella Fedele e Giovanni Tedesco (otto
mesi). Assolto invece, per non avere commesso il fatto, l’ex amministratore
delegato e presidente del consiglio di amministrazione della Amadeus Giuseppe
Pratticò. Condannato in via definitiva a tre anni di reclusione per concorso
esterno in associazione mafiosa, Matacena è
stato dichiarato latitante dopo essersi sottratto all’arresto e adesso vive a
Dubai. La sua latitanza è finita al centro di una inchiesta della Direzione
distrettuale antimafia di Reggio Calabria che ha portato a processo l’ex
ministro dell’Interno ministro Claudio Scajola, la moglie di Matacena Chiara Rizzo e Politi. Il dibattimento
nei loro confronti, accusati a vario titolo di avere aiutato Matacena a sottrarsi all’esecuzione della pena
e di avere mascherato i suoi beni per evitarne il sequestro, è in corso di
svolgimento davanti ai giudici del Tribunale di Reggio Calabria. (ANSA

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