Il decalogo anticorruzione va nella giusta direzione

(ANSA) – ROMA, 23 MAR – “Il decalogo del Governo e dell’ Autorita’ nazionale anticorruzione va nella direzione giusta: sia il Papa da Napoli, che don Ciotti da Bologna, nei giorni scorsi hanno ribadito come la corruzione sia l’altra faccia della mafia. Si fa largo nella strategia di contrasto il ruolo di chi, dipendente di uno dei soggetti sottoposti alla normativa, viene a conoscenza di una condotta costruttiva e ne informa chi di dovere. In un Paese nel quale e’ ancora molto diffusa la cultura del ‘fatti i fatti tuoi che campi 100 anni’ in un Paese in cui chi parla e’ spesso giudicato un ‘infame’, le parole sono importanti”. Ad osservarlo e’ il deputato Pd Davide Mattiello, componente delle Commissioni Giustizia e Antimafia, a proposito del decalogo contro gli illeciti anticipato oggi dal quotidiano La Repubblica. “La vittoria sulla corruzione – spiega Mattiello – dipende in gran parte dalla cultura civica che sapremo alimentare. Per questo fa danno chi si riferisce a queste persone usando parole come ‘pentiti’ o ‘gole profonde’, ‘delatori’ etc. Sono semplicemente persone oneste, testimoni di ingiustizie che hanno a cuore il bene comune. Ce ne fossero! Chiamiamoli come si conviene – invita il deputato Pd – e si moltiplicheranno: perche’ anziche’ avvertire un disvalore sociale, ne avvertiranno il valore condiviso”.

#Matacenatorna – Tra minacce, ricatti e Telekom Serbia..

Se dovesse succedere qualcosa a me o ai miei familiari, verrebbero consegnati e pubblicati in Italia i numeri dei conti correnti svizzeri sui quali sono state depositate le somme delle tangenti dell’affare Telekom Serbia a favore di componenti di sinistra. Ma so anche storie di politici di Forza Italia”. Il latitante Amedeo Matacena, ex parlamentare di FI, da Dubai entra a gamba tesa su una delle vicende più controverse degli ultimi 15 anni. Fuggito negli Emirati Arabi da una condanna definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa e da un’inchiesta della Dda di Reggio Calabria (che ha portato all’arresto anche della moglie Chiara Rizzo e dell’ex ministro dell’Interno, Scajola), Matacena provoca un terremoto.  

LO FA PRIMA con un’intervista all’Ansa che gli serve per lanciare messaggi, poi contattato su Skype dal Fatto, minaccia di fare i nomi dei politici che avrebbero intascato le mazzette e si scaglia con il parlamentare Davide Mattiello, componente della commissione antimafia che da mesi si sta battendo chiedendo al governo chiarezza sul perché Matacena non rientra in Italia. “Io mi domando per chi fa il ventriloquo – spiega il latitante   – Perché io devo capire. Se mi succede qualcosa ci saranno le condizioni perché vengano consegnati i conti correnti svizzeri in cui sono stati incassate le tangenti di Telecom Serbia. So che quei numeri li hanno anche altre persone. A me li consegnò un broker amico mio che fece l’operazione per conto di tre soggetti della sinistra italiana di altissimo lignaggio”.   Matacena fa capire di sapere molto di più di quanto è disposto a dire: “Questo broker è morto giovanissimo, non aveva neanche sessantanni quando fu colpito da uno strano infarto. Di altre morti strane io purtroppo ne ho già viste. Facevamo le vacanze nello stesso luogo quando, un anno dopo lo scandalo Telecom Serbia, mi consegno i numeri di quei conti correnti senza spiegarmi la storia delle tangenti”. Matacena li ha conservati e al momento opportuno è disposto a tirarli fuori. Getta ombre sull’impegno di Mattiello e lo collega alle confidenze ricevute dall’amico broker: “Se dice di essere preoccupato per la mia incolumità evidentemente qualcuno ha saputo dei conti correnti svizzeri”.   E MENTRE gli avvocati e la moglie del latitante prendono le distanze da Matacena sostenendo di non saperne nulla, l’ex parlamentare di Forza Italia ricorda che, stando “ai servizi segreti, questi soldi (diversi milioni di euro) sono stati portati in Svizzera con un aereo privato. Andate a chiedere a chi ha fatto le indagini”.   I nomi? “Si possono ricavare dalle indagini fatte a suo tempo. Cercate di capire perché tante cose che riguardano la sinistra italiana sono state insabbiate nel corso degli anni. Non è successo niente nonostante fu istituita la commissione Mitrokin. Abbiamo avuto degli esponenti importanti della sinistra italiana, membri del Kgb che hanno fatto la spia in Italia, eppure non è mai stato aperto neanche un procedimento nei confronti di questa gente. So qual è la banca in cui sono state depositate le tangenti, ma al momento non lo rivelo. I servizi segreti sanno tutto. La cifra esatta della tangente non la dico ma è stata equamente divisa tra i tre politici della sinistra. Perché ne parlo solo ora? Prima non c’erano problemi di incolumità. Ho tenuto quei numeri perché avevo già una condizione difficile”.   Il componente dell’Antimafia Davide Mattiello non manda giù l’accusa di essere un ventriloquo. “Di chi poi? – replica – Sono convinto che Amedeo Matacena abbia tante cose da dire. Che le dica. Personalmente non ho niente da difendere o da nascondere. Non è a me che spaventa dicendo quelle cose”.   E sull’affair Telecom Serbia: “Lui parla di conti in Svizzera – aggiunge Mattiello – Apprendiamo dal latitante Matacena che ci sarebbero tre conti di cui lui ha i numeri che riguardano delle tangenti. Benissimo, questa è una notizia criminis che va portata all’attenzione di una magistratura. Dal momento che il segreto bancario è da poco caduto, se è vero, la giustizia deve fare il suo corso. Se non è vero, è l’ennesimo comportamento intimidatorio di un uomo che, condannato per mafia, fa il latitante”.   IL PARLAMENTARE PD bacchetta anche il governo sui tentativi falliti per fare rientrare in Italia Matacena e fargli scontare la pena per mafia: “Penso che si potevano fare altre pressioni di natura politica per ottenere l’estradizione. Perchè questo non sia avvenuto è una domanda che rimane sul tavolo della commissione antimafia”.   Nel 2000 l’Italia e gli Emirati hanno sottoscritto la convenzione di Palermo sui crimini transnazionali che hanno a che fare con la criminalità organizzata. “In quella convenzione c’è l’articolo 16 sull’estradizioni secondo cui, se non ci sono trattati specifici, si possono scambiare degli arrestati condannati in uno dei due paesi. Si sarebbe potuto fare appello a questa convenzione. Ma non è stato fatto”.

Mi stringo a chi ha scelto la democrazia

“Mi stringo al popolo tunisino, che ha scelto la democrazia nel 2011: ero li’ con loro e insieme ce la faremo ancora. Era l’Ottobre del 2011: il popolo tunisino, dopo la cacciata di Ben Ali’, votava per istituire l’Assemblea Costituente, il passaggio era delicato e raccolsi la proposta di Assopace di presidiare con una presenza internazionale i seggi elettorali in funzione dissuasiva di eventuali male intenzionati”. E’ quanto ricorda il deputato Pd DavideMattiello, membro delle commissioni Giustizia e Antimafia. “Furono giornate emozionanti – ricorda il parlamentare dem – incontrammo molti giovani tunisini con i quali discutemmo di futuro, di democrazia, di liberta’. La mattina delle votazioni si formarono lunghe file composte, fin dalle primissime ore del mattino. Tutto ando’ per il meglio e la Tunisia giro’ pagina. Mi stringo oggi come allora al popolo tunisino, nel comune dolore per le morti di ieri. Il rischio che i violenti prevalgano e dettino le regole del gioco e’ grande – avverte Mattiello – il Mediterraneo e’ davvero Mare Nostrum: nessuno si salva da solo. Chi crede nella liberta’ e nella democrazia deve continuare a cercare il dialogo e la condivisione, per far pesare il proprio punto di vista nelle sedi in cui si decide”, conclude. (ANSA).

Sulla pericolosità dei Grande Aracri

(ANSA) – ROMA, 17 MAR – “Le minacce al Sindaco Gianni Speranza” di Lamezia “sono un monito per tutti noi sulla pericolosita’ dei Grande Aracri. Conosco il Sindaco Speranza da molti anni, ne conosco la dedizione e la passione per la sua comunita’ e quindi non mi stupiscono le gravi minacce provenienti dal clan Grande Aracri di Cutro, recentemente balzato al disonore delle cronache per l’operazione Aemilia”. Lo afferma in una nota Davide Mattiello (Pd), membro delle commissioni Giustizia e Antimafia. “Questo episodio mette in evidenza la pervasivita’ del clan Grande Aracri ben oltre il crotonese – sottolinea ancora l’esponente dem – per questo l’attenzione va tenuta alta a tutti i livelli, adoperando ogni strumento per disarticolare la forza del clan. Anche sostenendo adeguatamente quegli imprenditori che si sono trovati ad opporsi proprio agli interessi del clan Grande Aracri; bene ha fatto in tal senso il Commissario straordinario del Governo per le vittime di usura e racket, prefetto Giuffre’, a insistere sulla rilevanza dell’intimidazione ambientale, come modalita’ normale attraverso cui – conclude Mattiello – si manifesta il potere di questi delinquenti”

Lettera a Obama sulla non proliferazione nucleare: io ho aderito.

Alle/i parlamentari per la pace

Carissim@,

vi invio una nota di Francesco
Vignarca -coordinatore della Rete Disarmo- relativa all’iniziativa dei
parlamentari per la non proliferazione ed il disarmo nucleare.

Tra le proposte -oltre all’adesione
alla lettera- che ognuno di voi può fare autonomamente vi propongo di
raccogliere l’ipotesi di una interrogazione parlamentare che ci viene avanzata
dalla Rete Disarmo.

Tra poco vi manderò una proposta di
testo dell’interrogazione, chiedendovi la disponibilità.

Grazie. Un caro saluto

Giulio Marcon

 

—————————————————–

 

DA FRANCESCO VIGNARCA

Coordinatore della Rete Disarmo

Caro Giulio, 

tra le varie cose in ballo (e sempre
insieme a Lisa Clark che è la vera colonna della nostra Rete per la questione
del disarmo nucleare) si sta cercando di fare il possibile per tenere
aggiornati i parlamentari italiani sulle iniziative di PNND (Parliamentarians
for Non-proliferation and Nuclear Disarmament, www.pnnd.org).

L’intenzione è quella di raccogliere
l’adesione di parlamentari italiani alla Lettera (in allegato) indirizzata al
Presidente Obama. 

Il testo può essere letto anche qui: http://fcnl.org/issues/nuclear/Letter_on_Nuclear_Weapons_in_New_NATO_Nations.pdf

La Lettera sarà firmata da
parlamentari di tutti gli Stati membri della Nato. Ti inoltro anche le
spiegazioni dei nostri colleghi in USA, del Friends Committee on National
Legislation, un progetto dei Quaccheri – la Società degli Amici – che segue con
grande (e ammirevole) attenzione tutti gli sviluppi al Congresso USA,
allertando le reti internazionali che si impegnano per il disarmo e la
pace. 

L’antefatto (spiegato sotto in
inglese) è veramente allarmante! I due autori di questa richiesta a Kerry e
Hagel intendono seriamente esaminare le possibilità di dispiegare armi nucleari
sul territorio degli Stati “nuovi” membri della Nato, in Europa
centro-orientale! Qui sotto la spiegazione dettagliata di cosa chiedono Rogers
e Turner (presidenti rispettivamente di due sottocommisioni parlamentari). A
noi sembra importante che Obama, Kerry e il nuovo ministro della Difesa
Carter ricevano una lettera firmata dal più vasto numero possibile di
parlamentari degli Stati alleati.
Se arriva fino in fondo a questo mio
messaggio – mi scusi se è lungo, ma c’è tanto da dire! – vedrà che nei Paesi
Bassi c’è già stato uno sviluppo positivo. 

Forse potremmo anche in Italia
proporre una interrogazione parlamentare che porti il nostro Governo a
pronunciarsi
, come ha fatto il Ministro degli Esteri olandese: non per un
annuncio rivoluzionario, ma semplicemente per ribadire che l’Italia intende
rimanere fedele all’impegno preso al vertice della Nato del 1996, quando tutti
i insieme i membri dell’alleanza affermarono il loro “Tre No” (“gli
Stati della Nato non hanno alcuna intenzione, né alcun piano, né alcun motivo
per dispiegare armi nucleari sul territorio dei nuovi membri dell’alleanza, né
hanno alcun bisogno di modificare alcun aspetto della politica o della dottrina
nucleare della Nato, né si prevede che possa presentarsi in futuro un’esigenza
in tal senso”).

Ecco una passaggio importante dalla
richiesta di adesione della FCNL)

In the U.S. there has been an
important development. Two US Representatives in the House Armed Services
Committee (Mike Rogers and Mike Turner) recently wrote to US Secretary of State John Kerry and
US Secretary of Defense Chuck Hagel to request information on the costs
associated with deploying U.S. nuclear weapons into new NATO countries. 
The letter asks for information about the costs and availability of:

1.      
Existing capability to store nuclear weapons in NATO member states admitted
since 1999

2.      
What states have aircraft that could be modified to become dual capable, and
what would it cost to do such modifications

3.      
Requirements to deploy US strategic bombers into Europe (both legal and
physical)

4.      
Possibilities of installing new B61 bunkers in new locations in Europe

5.      
And more.

 We hope to use our revised
letter to counter this proposal and ensure that the U.S. does not violate the
the three no’s”: that “NATO
countries have no intention, no plan and no reason to deploy nuclear weapons on
the territory of the new members.”

Come Rete, in particolare nella
persona di Lisa, ci siamo offerti di raccogliere le firme dei parlamentari
italiani e poi di spedirle tutte insieme a Bradley Harris, Bradley@fcnl.org.
La scadenza è fissata per il 16 marzo ma ci piacerebbe chiudere la raccolta
entro il 12

Siamo ovviamente a disposizione per
tutto!!

un saluto

Francesco

 

***

PS Nel
frattempo, due parlamentari olandesi hanno presentato un’interrogazione sulla
questione, e il Ministro degli Esteri è intervenuto per esprimere la
contrarietà dei Paesi Bassi all’ipotesi del dispiegamento di armi nucleari sul
territorio dei nuovi membri dell’Alleanza.

A new article on the Parliamentarians
for Nuclear Non-proliferation and Disarmament (PNND) website regarding the
Turner-Rogers letter on deploying tactical nuclear weapons to Eastern Europe

US and European legislators – should
nuclear weapons deployment be expanded in Europe?

http://www.pnnd.org/article/us-and-european-legislators-%E2%80%93-should-nuclear-weapons-deployment-be-expanded-europe

US legislators call for nukes to new
NATO countries. NATO parliamentarians oppose. Joint letter from NATO
parliamentarians to President Obama.

In response to the conflict between
Russia and the West there have been influential voices pushing for a stronger
role for nuclear weapons, including proposals to deploy additional nuclear
weapons in NATO countries.

Two US Representatives in the US
House Armed Services Committee (Mike Rogers and Mike Turner) recently wrote to US Secretary of State John Kerry and
US Secretary of Defense Chuck Hagel calling for the US to update its nuclear
policy to respond to Russian threats, and in particular to consider deploying
tactical U.S. nuclear weapons in new NATO countries, and to deploy US Strategic
bombers in Europe on a rotational basis.

Rogers and Turner argue that US
adherence to arms control and security treaties with Russia such as the
Intermediate range Nuclear Forces (INF) Treaty and the NATO-Russia Founding
Act, ‘were naïve at inception and are simply dangerous at present.’ They have
therefore requested information from the US Secretaries of State and Defence on
requirements, capabilities and costs to deploy US Strategic bombers in Europe
and U.S. sub-strategic weapons in new NATO countries

Parliamentarians in NATO countries
are challenging these proposals, arguing that they would escalate tensions
further and increase the risk of nuclear war. Indeed, such steps could
jeopardise the ceasefire agreement reached in Minsk on
February 12, 2015.  

On Feb 5, 2015, Joël Voordewind (CU)
and PNND Member Harry van Bommel (SP) submitted parliamentary questions to the
Dutch government on the deployment of tactical nuclear weapons in new NATO
states. Voordewind expressed his concerns for this possible escalation, and the
danger of a new arms race. Van Bommel asked if the Dutch government had plans
to revise the 1996 NATO agreement not to deploy nuclear weapons in new member
states. Minister of Foreign Affairs Bert Koenders responded by emphasizing the
Netherlands’ policy of opposing such deployments. Foreign Minister Koenders says no nuclear weapons
deployment to new NATO Countries
).

Koenders, who was one of the founding
members of PNND when he was in the Dutch House of Representatives, has also
called on NATO parliamentarians to continue to work on transparency and
confidence-building measures and on nuclear disarmament. He notes that this is
vital ‘despite the adverse political climate, or rather because of it… We have
to prevent a new arms race or a restoration of Cold War politics with an
increased role for nuclear deterrence.’ (See Foreign Minister Koenders speaks to the NATO
Parliamentary Assembly
).

The Friends Committee on National
Legislation (FCNL), a Washington-based arms control organisation, aims to alert
the US Administration and Congress to influential voices from NATO countries
opposing any proposal to expand US nuclear weapons in Europe.

FCNL invites parliamentarians
from NATO countries
 to endorse a parliamentary letter to President Obama to
counter these proposals. Endorsements should be sent to Bradley Harris at Bradley@fcnl.org (copy
to info@pnnd.org). 
The deadline for signatures is March 16.

Io ci sto, aderisco all’invito di Della Vedova

———

Caro collega,
la DirezioneNazionale Antimafia, nella sua ultima Relazione annuale, ha denunciato apertamente, a proposito dell’azione di contrasto alla diffusione dei derivati della cannabis, “il totale fallimento dell’azione repressiva” e“laletterale impossibilità di aumentare gli sforzi per reprimere meglio e di più la diffusione dei cannabinoidi”. D’altra parte, aggiunge la DNA, dirottare ulteriori risorse su questo fronte ridurrebbe l’efficacia dell’azione repressiva su “emergenze criminali virulente, quali quelle rappresentate da criminalità di tipo mafioso, estorsioni, traffico di essere umani e di rifiuti, corruzione, ecc)” e sul “contrasto al traffico delle (letali) droghe ‘pesanti’ ”.
In questoquadro, è proprio la DNA a proporre politiche di depenalizzazione che potrebbero dare buoni risultati “in termini di deflazione del carico giudiziario, di liberazione di risorse disponibili delle forze dell’ordine e magistratura per il contrasto di altri fenomeni criminali e, infine, di prosciugamento di un mercato che, almeno in parte, è di appannaggio diassociazioni criminali agguerrite.”
La propostadella DNA è tutt’altro che teorica, vista l’evoluzione della politica e della legislazione sulle droghe leggere nel Paese, che è stato per decenni un guardiano e un garante inflessibile dell’ordine proibizionista. Negli Usa, infatti, cresce rapidamente il numero degli Stati che hanno legalizzato la produzione e la vendita della marijuana per uso ricreativo. Colorado,Washington, Oregon e Alaska segnano una tendenza che è destinata a consolidarsi e che la Presidenza Obama non intende minimamente avversare. L’opzioneantiproibizionista sulla marijuana non è più semplicemente un’idea, ma è diventata una concreta opzione di governo, con una dimostrabile efficienza sul piano fiscale e effetti positivi sul piano sociale e sanitario e del contrasto alle organizzazioni criminali.
Penso che anchein Europa e in Italia abbia senso lavorare per seguire l’esempio americano e adattarne le caratteristiche al nostro contesto sociale e giuridico. E penso che abbia senso che siano i legislatori a organizzare una vera riflessione pubblica su questo tema, dopo un richiamo autorevole e drammatico come quello della DNA.
A questoproposito, sarebbe a mio parere utile la costituzione di un intergruppo parlamentare per la legalizzazione dei derivati della cannabis, capace di rivolgersi insieme a opinione pubblica e forze politiche e di lavorare a una proposta comune, credibile e concreta da presentare, entro questa legislatura,all’attenzione delle camere.
Le mieresponsabilità di governo, al momento, non mi consentirebbero di coordinarne i lavori, ma sono più che disponibile a promuoverne la costituzione e aparteciparvi da “parlamentare semplice”. Qualcuno ci sta?

Un cordiale saluto
Benedetto Della Vedova

Claudio Fava: preoccupa il tono intimidatorio di Matacena

(ANSA) – ROMA, 12 MAR – “Che un condannato per associazione mafiosa parli come un mafioso non stupisce. Preoccupa piuttosto il tono arrogante e intimidatorio con cui Amedeo Matacena, latitante negli Emirati Arabi, continua ad apostrofare magistrati e parlamentari della Commissione antimafia. I primi colpevoli di averlo condannato ("con aberrazioni giuridiche e falsi ideologici” dice Matacena). Gli altri colpevoli di voler mettere a nudo il reticolo di complicita’ eccellenti che hanno protetto la sua latitanza all’estero". Cosi’ il vicepresidente della Commissione parlamentare Antimafia, Claudio Fava, interviene sul “botta e risposta” che ieri ha visto contrapporsi il deputato Pd Davide Mattiello, componente della Commissione parlamentare Antimafia, e l’ex deputato Fi Amedeo Matacena, da tempo latitante a Dubai dopo una condanna a tre anni in via definitiva. “Una ragione in piu’ – scrive Fava – per chiedere nel prossimo ufficio di presidenza che all’ordine del giorno della Commissione antimafia vengano subito posti tutti i necessari approfondimenti sul caso”. “Matacena, considerato ormai da due sentenze il collettore finanziario degli investimenti della ndrangheta, parla di "disgrazie giudiziarie” e, in perfetto stile mafioso – prosegue Fava – minaccia ritorsioni legali nei confronti dell’onorevole Mattiello, reo di essersi attivato perche’ venga finalmente concessa l’estradizione del Matacena. Sono certo che il nostro governo si attivera’, con il massimo della solerzia e percorrendo tutte le vie istituzionali, per assicurare alla giustizia italiana un condannato per mafia"