Più forte ragazzi! (#Matacenatorna)

(ANSA) – ROMA, 11 MAR – “Le scelte difensive
di Polito e Rizzo di citare come testimoni l’ex premier Silvio Berlusconi e
l’ex presidente libanese Amin Gemayel, danno la misura della rete di relazioni
in cui si colloca la vicenda di Amedeo Matacena. Sono sempre meno convinto che
Matacena resti latitante a Dubai per evitare una condanna definitiva a poco
piu’ di 3 anni di carcere. Per lui e’ meglio arrendersi e consegnarsi”. Lo
afferma il deputato Pd Davide Mattiello, componente delle
Commissioni Giustizia e Antimafia, ritornando sulla vicenda della latitanza a
Dubai dell’ex deputato di Forza Italia Amedeo Matacena, condannato in via
definitiva a tre anni per concorso esterno in associazione mafiosa. “Oggi
– osserva Mattiello – la
delegazione italiana conclude la missione negli Emirati Arabi Uniti per la
definizione dei trattati di estradizione e cooperazione giudiziaria. Per
accelerare i tempi, il Governo italiano potrebbe delegare alla firma
l’ambasciatore italiano Starace. D’altra parte i procedimenti penali per la
latitanza di Matacena e il mascheramento del suo patrimonio da oggi sono
riuniti e rischiano di avere come conseguenza non soltanto la condanna penale
della moglie di Matacena e dei suoi piu’ stretti sodali, ma anche il sequestro
di quello che non e’ ancora sequestrato. Insomma una apocalisse. Per 3 anni di
carcere? Spero – conclude l’esponente dem – che Matacena prenda seriamente in
considerazione la possibilita’ di collaborare con l’autorita’ giudiziaria
italiana, chiedendo di accedere al programma di protezione. Meglio arrendersi e
consegnarsi”. 

(ANSA) “Mattiello farnetica. Se ha le prove di
cio’ che dice, se riesce a portare documenti che possano legittimare cio’ che
dice, che li porti alla Procura della Repubblica e chieda un incontro col dott.
Lombardo. Mentre, se pensa di farsi pubblicita’ politica e campagna elettorale
nel processo di Matacena, ha trovato la piattaforma sbagliata”. Ad
affermarlo e’ uno dei legali di Amedeo Matacena, l’avv. Corrado Politi, in
relazione alle dichiarazioni del deputato Pd Davide Mattiello,
componente la Commissione antimafia, che ha detto, tra l’altro, che “c’e’
un filo che lega il terrorismo dell’IS con la latitanza di Amedeo
Matacena” e si e’ chiesto se “la scelta di Matacena di restare a
Dubai non dipenda dalla paura di fare una brutta fine tornando in Italia”.
“Quale difensore di Matacena – ha aggiunto – sia io che il collega Enzo
Caccavari siamo pronti ad un confronto pubblico con Mattiello, ma
deve portare le carte. Insinuazione, illazioni e maldicenze se le deve risparmiare.
Si occupi della Commissione Antimafia presieduta dall’on. Bindi. Faccia il suo
lavoro di legislatore, non di istigatore o di magistrato. In questa inchiesta i
magistrati sono altri e stanno facendo anche bene il loro lavoro”. (ANSA)

(ANSA) – ROMA, 11 MAR – “Capisco il
nervosismo dei legali di Matacena, ma so quello che faccio. La Commissione
Antimafia e’ una Commissione di inchiesta e come tale ha il dovere di
approfondire i fatti legati agli interessi mafiosi”. A replicare all’avvocato
Corrado Politi, uno dei legali di Matacena, e’ il deputato Pd Davide Mattiello.
“Sulla vicenda di Matacena – spiega Mattiello – la
Commissione nel suo plenum ha deciso tempo fa di aprire un ciclo di audizioni e
di acquisire molto materiale. Disgraziatamente per i legali di Matacena, quel
materiale me lo sono studiato, tutto. Ho posto degli interrogativi legittimi,
nel rispetto del lavoro della magistratura e ho chiesto alla Commissione
Antimafia di continuare nel lavoro di approfondimento. Il possibile legame tra
gli affari riconducibili a Matacena e il terrorismo jhadista, per esempio, non
e’ una farneticazione: e’ l’ipotesi che in generale traccia il Procuratore
Nazionale Antimafia Roberti, nella relazione della DNA presentata due settimane
fa, affrontando il rapporto tra terrorismo e ‘ndrangheta”

(ANSA) “Ho letto l’ultima dichiarazione
dell’onorevole Mattiello e mi
rendo conto che il parlamentare ha trovato la via ed il modo, parlando delle
mie disgrazie giudiziarie, di cercare di non essere piu’ un semplice ‘peones’ della
Camera dei deputati”. Lo afferma, in una dichiarazione, l’ex deputato
Amedeo Matacena facendo riferimento alle prese di posizione sul suo conto del
deputato del Pd. “Sulle precedenti dichiarazioni di Mattiello – aggiunge Matacena – i miei
legali, gli avvocati Enzo Caccavari e Corrado Politi, mi avevano gia’ fatto
pervenire l’atto di denuncia nei confronti del parlamentare. Atto che, alla
luce della dichiarazione odierna, va ovviamente aggiornato. L’avvocato
Caccavari sta gia’ predisponendo l’aggiornamento della denuncia, che non appena
mi perverra’ nella nuova stesura sara’ mia cura sottoscrivere e fare
depositare”. “E’ vergognoso che un parlamentare della Repubblica –
dice ancora l’ex deputato – proferisca cosi’ tante fesserie e inesattezze che
discreditano il ruolo istituzionale che egli svolge. La Commissione
parlamentare antimafia dovrebbe, a questo punto, andare a leggere
approfonditamente gli atti del mio processo per capire con quale aberrazione
giuridica, con quale falso ideologico e con quale artifizio tecnico-giuridico
illogico sono arrivati a condannarmi contro tutte le testimonianze a me
favorevoli rese nei processi e che hanno smontato senza appello le testi
dell’accusa. Il sequestro poi dei beni da me ricevuti con l’eredita’ paterna e
donati a mia moglie perpetra un abuso d’ufficio e di potere ed un falso
ideologico, documentato dalle carte in possesso della Procura che, nonostante
siano state formalmente richieste dai miei legali, non vengono consegnate da
oltre un anno e mezzo perche’ utili a disvelare i reati teste’ indicati.
Infatti, che i miei beni siano lecitamente a me pervenuti e che nelle societa’
sia italiane che estere non esiste un centesimo che possa essere discutibile o
dubbioso, e’ documentalmente provato ed assurge a fatto notorio”. 

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