(ANSA) – ROMA, 16 DIC – Riformare la normativa sui testimoni di giustizia, prima di pensare alle mail anonime contro la corruzione nella pubblica amministrazione: lo chiede il deputato Pd Davide Mattiello, componente delle Commissioni Antimafia e Giustizia. “L’omerta’ – dice – e’ un problema culturale molto radicato nel nostro Paese e lo sappiamo. Di omerta’ vive il patto tra corrotto e corruttore, di omerta’ vivono le mafie. Quando corruzione e mafia si saldano come in Mafia Capitale, l’effetto e’ terribile. Nel nostro Paese i testimoni di giustizia sono ancora delle mosche bianche: sono cittadini onesti, che avrebbero da guadagnare a farsi i fatti propri, a convivere con l’illegalita’, e invece decidono di denunciare, mettendoci la faccia e facendo nomi e cognomi”. “Queste persone – denuncia Mattiello – pagano un prezzo troppo alto e sembra talvolta che lo Stato preferisca scaricarle: dov’e’ il decreto attuativo atteso da un anno, per inserire nel lavoro, chi diversamente non ce la fa? Perso tra i Ministeri, pur avendo passato due volte il vaglio del Consiglio di Stato”. L’esponente dem rende poi noto che a Napoli, in un delicato processo su fatti di camorra riferiti al clan D’Alessandro, testimoni e vittime ritrattano le dichiarazioni precedentemente rese: “ma come e’ possibile che non si adoperi lo strumento dell’incidente probatorio, evitando a questi soggetti di esporsi ulteriormente in dibattimento?”, si chiede. “Insomma: prima di pensare alle mail anonime contro la corruzione, bisogna pensare ad una maggior tutela di chi denuncia facendo nomi e cognomi. Altrimenti il rischio di passare dalla padella nella brace, ovvero dall’omerta’ alla delazione infamante, sara’ altissimo”, conclude Mattiello.