ROMA (ITALPRESS) – “La politica non perda altre occasioni: l’operazione San Michele sulla Tav impone alcune scelte e le piu’ gravi sono culturali. Non voglio vivere in uno Stato di Polizia in cui e’ presunta la colpevolezza fino a prova contraria, in cui i rapporti sono regolati da sospetto e diffidenza, voglio vivere in una Repubblica fondata su liberta’ e rispetto reciproco. Quindi, prima di auspicare nuove forme di controllo, prevenzione e repressione (in alcuni casi necessarie), facciamo un passo indietro”. Cosi’ il deputato Pd Davide Mattiello, commissione parlamentare Antimafia che aggiunge: “Il sistema del tesseramento nei partiti va sottoposto a maggior rigore, non perche’ lo impone la legge, ma perche’ lo impone la democrazia. Le campagne elettorali devono essere giocate rischiando su idee e credibilita’ personale e non accaparrandosi chi muova piu’ pacchetti di voti. Chiedo a Gariglio e Morri cosa faranno su questi punti, tanto piu’ avendo recentemente approvato l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, pur nella forma indiretta che sappiamo, che rendera’ piu’ pesante il ruolo dei privati danarosi. Senza regole chiare e abitudini limpide nella gestione dei partiti, il rischio che dilaghi la corruzione sara’ sempre piu’ grande. Poi, certo, ci vogliono regole piu’ severe su come viene speso il denaro pubblico, ma basterebbe intanto evitare le deroghe, cui sistematicamente in Italia si arriva a causa dell’urgenza: le deroghe sono sconfitte dello Stato, come i condoni. Basta infine col i ‘non lo conosco’ e i ‘non posso sapere cosa fa’; a chi fa politica in Italia e’ richiesta un’ attenzione speciale: devi sapere a chi chiedi appoggio, chi ti metti in casa. Altrimenti vuol dire che sei inadeguato ad occuparti della cosa pubblica”

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