Inopportune e pericolose le critiche ai pm del processo sulla trattativa Stato-mafia. Appare come una spiacevole coincidenza la pioggia di critiche precipitata in queste ore sui pm di Palermo da parti differenti: la relazione della Dna, ripescata l’altro ieri benché fosse stata depositata a fine gennaio, le dichiarazioni di Arlacchi, quelle di Fiandaca e Lupo contenute nel libro in uscita proprio oggi. Senza entrare nel merito delle critiche mi chiedo: è opportuno farlo a dibattimento aperto? È già stata dimenticata la gravità delle minacce rivolte da Riina all’indirizzo dei pm di Palermo?
Non si considera il rischio in un contesto simile, che queste critiche suonino come una delegittimazione di chi sostiene l’accusa? Non si considera che i pm per arrivare al dibattimento sono passati dal vaglio rigoroso di un giudice terzo, il gup Morosini, che ha ritenuto robusto l’impianto accusatorio al punto da rinviare a giudizio? Insomma, a processo in corso c’è bisogno di rispetto, equilibrio e prudenza. Non di preconfezionare cassazioni, fuori dalle aule di tribunale