Ancora una volta a sostegno della Presidente Boldrini: i social non sono uno “spazio finto” dove tutto è lecito, sono un altro spazio pubblico dove le regole devono essere fatte valere. Tra queste una delle più importanti è che in democrazia l’intimidazione è un delitto e quelle contro Laura Boldrini non sono semplici “ingiurie”, ma sono di fatto delle intimidazioni: un maniera violenta per indurla a sparire in più di un senso.
Quando abbiamo approvato la riforma del 338 cp, di cui sono stato relatore alla Camera, abbiamo inteso alzare gli scudi tanto davanti agli amministratori locali, tanto davanti ai magistrati, quanto davanti ai parlamentari: per ribadire che il dissenso in democrazia è sacrosanto a patto che inbocchi la strada del dialogo, quando invece la strada è quella della intimidazione, cioè della minaccia e della violenza, col fine evidente non soltanto di offendere ma di dirottare la libera determinazione di chi legittimamente interpreta una responsabilità istituzionale, allora tolleranza zero. Presidente non ci dovrebbe essere bisogno nemmeno della querela: è procedibile d’ufficio.