Questa volta la ‘ndrangheta ha perso la partita. E sì, perché a soli quindici giorni dall’ultimo atto intimidatorio, per Tiberio Bentivoglio, imprenditore reggino, emblema di eroismo e legalità, comincia una seconda vita. Con gli aiuti, soprattutto, di “chi meno aveva e meno poteva”, di Libera contro le mafie e del Comitato “Un seme per Enza e Tiberio”, la famiglia Bentivoglio riapre le porte della Sanitaria Sant’Elia, riconsegnando il negozio, locato all’interno di un bene confiscato, nelle mani dei reggini onesti.

i 20 anni della Legge 109/96

(ANSA) – ROMA, 7 MAR – In occasione del ventennale della legge 109/96 per l’uso sociale dei beni confiscati alle mafie, approvata grazie alla raccolta di un milione di firme promossa da Libera, oggi in tutta Italia i beni confiscati “aprono le porte” ai cittadini, alle scuole, ai giovani, alle istituzioni per accogliere e raccontare i risultati raggiunti ma anche evidenziare i nodi e le contraddizioni da risolvere. L’iniziativa “BeneItalia. Beni confiscati restituiti alla collettivita’” e’ organizzata da Libera in collaborazione con le  centinaia di realta’ cooperative e associative che in Italia gestiscono i beni confiscati. Saranno oltre 150 oggi gli appuntamenti in tutto il Paese con visite guidate, incontri, biciclettate e iniziative sui beni confiscati alle mafie con la partecipazione di studenti, scuole, cittadini, associazione, scout, parrocchie con lo scopo non solo di far toccare con mano il valore di queste esperienze, ma anche di suscitare quell’impegno trasversale che da sempre garantisce il loro sviluppo e la loro continuita’ nello spirito di condivisione che ha sempre caratterizzato questo percorso. Grazie a quella legge, che ha rappresentato uno spartiacque nella lotta al crimine organizzato sia nel metodo – saldando l’aspetto repressivo con quello rigenerativo e sociale – sia nei risultati, con la restituzione alla collettivita’ di migliaia di beni rubati dai poteri criminali, oggi – evidenzia Libera, fondata da don Luigi Ciotti, che ne il presidente – sono oltre 500 le realta’ che gestiscono quelle terre e quegli immobili,con l’onere non indifferente di trasformarli in luoghi di lavoro, di formazione, di cultura, di accoglienza e servizio alle persone deboli. “In questi vent’ anni – dice don Ciotti – molte di queste realta’ sono diventate palestre di democrazia, occasioni di lavoro pulito, vero, di accoglienza per le persone fragili e in difficolta’, di formazione e impegno per migliaia di giovani che volontariamente, ogni anno, vi passano parte dell’estate. Insomma segni di speranza in territori che la speranza avevano perso, dimostrazioni che la ribellione alle mafie (e alle forme di corruzione e di parassitismo che le facilitano) e’ possibile se tutti – cittadini e amministratori, associazioni e istituzioni, politica e economia, mondo laico e cattolico – ci assumiamo le responsabilita’ del bene comune, comportandoci come il cittadino onesto, responsabile e solidale di cui parla, ma soprattutto a cui parla la Costituzione”. “Il modo migliore che la politica ha per celebrare i 20 anni della 109 e’ approvare al piu’ presto la riforma del Codice Antimafia, gia’ votata dalla Camera l’11 novembre 2015”, sottolinea il deputato Pd Davide Mattiello, relatore della riforma sui beni sequestrati e confiscati approvata alla Camera in novembre. “La riforma da questa settimana all’esame del Senato, mantiene e migliora quel l’impianto, aggiungendo strumenti di sostegno alle aziende sequestrate perche’ non si perdano posti di lavoro buoni e rafforzando l’Agenzia, la procedura e la tutela dei terzi”, conclude Mattiello.

Whistleblowing: la Camera approva

(ANSA) – ROMA, 21 GEN – “La Camera approva, con 281 voti favorevoli, la normativa che tutela il "segnalante” di illeciti o reati, a larghissima maggioranza. E’ un buon testo, ci abbiamo lavorato molto discutendone in Comitato fino a ieri mattina: la segnalazione non puo’ essere anonima, ma l’identita’ dell’autore sara’ riservata, fino a che le esigenze processuali non renderanno necessario il suo disvelamento. Sara’ nullo ogni atto conseguente di carattere discriminatorio che colpisca il segnalante. Sara’ particolarmente severa la sanzione nel caso in cui si scopra la calunnia. Corrotti e corruttori hanno un motivo in piu’ per stare in guardia. Ora tocca al Senato… come per altre questioni". Cosi’ su Fb il deputato Pd Davide Mattiello, componente delle Commissioni Giustizia e Antimafia, sulla  proposta di legge sul ‘whistleblowing’ approvata dall’Aula della Camera stamane.

A chi fa paura la Riforma del Codice Antimafia?

(ANSA) – ROMA, 14 GEN – “A chi fa paura la riforma del Codice Antimafia?”: a chiederselo e’ il deputato Pd Davide Mattiello, relatore alla Camera della riforma del Codice che disciplina, tra l’altro, il settore dei beni sequestrati e confiscati alle mafie e che ora deve passare al vaglio del Senato. “Pongo la domanda – scrive Mattiello – perche’ costato da un lato che i lavori in Senato sono fermi, dall’altro che vengono espressi giudizi e date informazioni fuorvianti, imprecisi, polemici. Il testo approvato l’11 Novembre alla Camera prevede, per esempio, che le aziende sequestrate che si rivelino essere delle lavatrici di denaro sporco vengano vendute, senza che lo Stato ci rimetta un solo euro. Al contrario quando ad essere sequestrata e’ una azienda capace di stare sul mercato, la riforma prevede che venga sostenuta dallo Stato per tutta la durata del procedimento, fino alla sua definizione e questo proprio a tutela del diritto di difesa del soggetto che subisce la misura, che se innocente deve ritorna del suo senza subire danni e a tutela di lavoratori e lavoratrici estranei agli interessi criminali”. Per Mattiello la riforma “valorizza il ruolo fondamentale dell’Agenzia Nazionale per i beni sequestrati e confiscati, affiancandola fin dal primo momento all’autorita’ giudiziaria, in ragione della propria specifica competenza e che rimanda il suo rafforzamento al decreto ministeriale successivo. L’Agenzia ha dimostrato che, quando funziona, riesce a tutelare tanto il principio di efficienza economica, quanto quello di utilita’ sociale. Auspico che il presidente Grasso sblocchi la situazione al piu’ presto”. E’ di ieri una forte polemica tra il presidente di Libera don Ciotti e il pm antimafia napoletano Catello Maresca che parlato di presunti interessi economici di Libera nella gestione dei beni confiscati.

Reddito di dignità: io ho firmato

Dal 2008 al 2014 la crisi in Italia ed Europa secondo i dati Istat ha più che raddoppiato i numeri della povertà relativa ed assoluta. Dieci milioni di italiani e italiane vivono in condizione di povertà relativa, e sei milioni in condizione di povertà assoluta. Le diseguaglianze sono cresciute a dismisura e diventate insopportabili.
Più la povertà aumenta, più le diseguaglianze si ampliano, più le mafie si rafforzano. Per questo in Italia è necessario avere una misura come il Reddito Minimo o di Cittadinanza. Non è impossibile, non è una proposta irrealistica: è una scelta di buon senso, necessaria e giusta.

Ci sono diverse proposte di legge depositate al Senato. Chiediamo che entro 100 giorni una buona legge sul reddito di dignità arrivi in aula per essere discussa e approvata. Non è impossibile, non è una proposta irrealistica: il parlamento può  e deve prendere una decisione tanto semplice quanto storica.


Il Reddito Minimo o di Cittadinanza, è un supporto al reddito che garantisce una rete di sicurezza per chi non riesce a trovare un lavoro, per chi ha un lavoro che però non garantisce una vita dignitosa, per chi non può accedere a sistemi di sicurezza sociale adeguati.
Il Reddito Minimo o di Cittadinanza, è una misura necessaria per invertire la rotta della crisi, una risposta concreta ed efficace a povertà e mafie perché garantisce uno standard minimo di vita per coloro che non hanno adeguati strumenti di supporto economico, liberandoli da ricatti e soprusi.

È una misura prevista già da tutti i paesi europei, con l’esclusione di Italia, Grecia e Bulgaria. Il Parlamento Europeo ci chiede dal 16 ottobre 2010 di varare una legge che introduca un “reddito minimo, nella lotta contro la povertà e nella promozione di una società inclusiva”. Sono passati cinque anni e nulla è successo.

Milioni di italiani/e non possono più aspettare.

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