Massoneria: a Goi,colpire associazioni segrete

(ANSA) – ROMA, 29 MAR – “Gentile dottor Stefano Bisi, la ringrazio per l’invito che mi ha rivolto: non potrò partecipare, ma ho apprezzato il gesto. Auspico che ci siano in futuro occasioni di confronto, che ci consentano di sgombrare eventuali, inutili equivoci. In riferimento al mio impegno parlamentare tengo fin d’ora a precisare che intendo dare fino in fondo il mio contributo affinché siano colpite le associazioni segrete, secondo l’articolo 18 della Costituzione, cui è conforme la legge Anselmi”. Con queste parole il deputato del Pd Davide Mattiello, promotore di una proposta di legge che “rafforza” la legge Anselmi, risponde all’invito del Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Bisi, che lo ha invitato il 7-8-9 aprile al meeting annuale che il Grande Oriente d’Italia organizza a Rimini. “Ciò che mi sta a cuore è l’etica repubblicana, laica e pluralista, che trova il suo manifesto più alto nella Costituzione. Per questo intendo dare il mio contributo affinché siano smascherati i collegamenti con la criminalità organizzata di tipo mafioso e affinché il cittadino italiano possa sempre più fidarsi delle Istituzioni repubblicane, anche avendo la garanzia che chi temporaneamente le gestisce non abbia promesso la propria lealtà ad altro se non all’ordinamento costituzionale”, afferma il deputato.

Nella proposta di legge, Mattiello propone una “ristrutturazione” della legge Anselmi che la renda più utile a colpire le cosiddette “massomafie” ma anche a tenere alla larga dalla pubblica amministrazione, in particolare in ruoli apicali, chi possa considerarsi, in ragione di “obbedienze” seppure legali, non sufficientemente libero e imparziale.

Io fascista? E’ la massoneria ad avere smarrito la strada

Le parole del Gran Maestro del GOI danno la misura di quanto questa massoneria abbia smarrito la strada dell’800. Paragonare la mia proposta di legge alla legge fascista è un atto di spudorata arroganza o di ignoranza: in un regime autoritario dove tutto è proibito tranne ciò che è esplicitamente autorizzato dallo Stato, come era al tempo del Fascismo, quelle norme confermavano una deriva liberticida. Ma quando si vive in un regime liberale dove tutto è concesso tranne ciò che è espressamente vietato dallo Stato in ragione del bilanciamento necessario tra principi costituzionali, allora una norma come quella che io oggi propongo serve a garantire affidabilità e trasparenza delle Istituzioni, realizzando proprio quel bilanciamento. Consiglio al GM BISI di considerare con maggior rispetto la cesura giuridica culturale e politica rappresentata dalla Resistenza e dalla Costituzione repubblicana che da quella è scaturita. Io andrò avanti