(ANSA) – ROMA, 7 LUG – “Gli amministratori giudiziari non sono curatori fallimentari: e’ giusto distinguere. Il Governo sta facendo una cosa attesa da anni, approvando con decreto il regolamento che da attuazione all’albo nazionale degli amministratori giudiziari, previsto fin dal 2010. Fa bene il Governo a fissare paletti precisi su trasparenza, incarichi, compensi, ma sarebbe meglio non appiattire questi ultimi sui parametri previsti per i curatori fallimentari: diversa e piu’ delicata e’ infatti la funzione”. A sostenerlo e’ Davide Mattiello, deputato Pd, che e’ il relatore della riforma del Codice Antimafia nella parte che riguarda le misure di prevenzione e l’Agenzia per i beni confiscati. “L’amministratore giudiziario non deve liquidare quel che c’e’ – spiega Mattiello – dando soddisfazione ai creditori per come si puo’. Deve far vivere al meglio il bene, soprattutto se e’ una azienda, riscattandolo alla legalita’ e restituendolo a nuova vita, a beneficio della collettivita’. Condivido pertanto le preoccupazioni piu’ volte espresse dai magistrati stessi oltre che dagli amministratori. Ma c’e’ di piu’: non conviene slegare l’approvazione di questo decreto dalla complessiva riforma del Codice Antimafia, che e’ pronta in Commissione Giustizia Camera. Non si risolvono i problemi posti dalla amministrazione giudiziaria, senza risolvere quelli riferiti al funzionamento della Agenzia Nazionale e quelli riferiti alla durata del procedimento”. Per questo Mattiello torna a sollecitare una riunione tra Governo e maggioranza “per capire come si intenda procedere. Altrimenti sara’ un’altra occasione colta soltanto a meta’”