Antimafia al bivio su stagione stragi

(ANSA) – ROMA, 4 LUG – La Commissione Antimafia può e deve chiudere i conti con la stagione stragista, ha tutti gli elementi per farlo. No, la Commissione Antimafia non deve occuparsi della trattativa Stato Mafia: c’è un processo in corso e non può sovrapporsi a quel lavoro. Deputati e senatori della Commissione Parlamentare Antimafia sono divisi su questo tema. “Io ritengo che vada affrontato – dice senza esitazioni la senatrice Pd Lucrezia Ricchiuti – poichè il tema della trattativa è un fatto grave, che riguarda soprattutto la politica. Tuttavia non c’è una volontà nell’affrontarlo, non tutti sono d’accordo che questo sia un tema centrale e così in Antimafia ci occupiamo di tante cose ma non ne affrontiamo veramente nessuna. Eppure l’Antimafia è una Commissione d’indagine che ha poteri che nessuna altra Commissione ha. Qualcuno nel Pd ritiene la trattativa un tema superato non capendo che il fulcro è tutto lì: se lo Stato ha trattato con la mafia, ed io non ne ho dubbi, dobbiamo interrogarci anche per il futuro”. Per Peppe De Cristofaro (Sel), il filone “va aperto ma va fatto in modo cauto, senza volersi sostituire al lavoro altrui, ricordando che l’Antimafia ha compiti differenti da quelli della magistratura; non invadendo campi insomma. Tutto ciò che può servire a immettere trasparenza, conoscenza, va più che bene. Bisogna fare un lavoro rigoroso, aperto a qualunque tipo di conclusione”. I Cinque Stelle, con Giulia Sarti, spiegano che avevano avanzato, quando la Commissione Antimafia, nell’attuale legislatura, fu istituita, nel luglio di due anni fa, una richiesta di aprire un Comitato sulle stragi “richiesta che fu rifiutata con la scusa ridicola che c’erano i processi in corso”. “Il tema è rimasto sospeso e la Commissione ha sentito in più riprese la Procura di Palermo ma poi non siamo giunti a nessuna conclusione e non c’è una relazione affidata a qualcuno. Questo Paese – osserva Sarti – ha estremo bisogno di accertare le responsabilità politiche prima ancora che penali e l’Antimafia può dare un immenso contributo. In questa legislatura i tempi sono maturi per lavorare su questi temi”. Non ritiene che il giudizio storico e politico su quegli anni abbia una propria specificità invece, il senatore Franco Mirabelli, capogruppo del Pd in Antimafia. “E’ in corso un processo ed è difficile dare un contributo politico. In Antimafia abbiamo affrontato alcuni aspetti che entrano in questa vicenda (es. il 41 bis, il carcere duro) ma ritengo che mentre è in corso un dibattito processuale sia utile osservarlo, vedere se emergono questioni che possono essere approfondite autonomamente ma evitare il rischio di sovrapporci. L’Antimafia non deve invadere il campo di altri”. La pensa allo stesso modo il senatore Enrico Buemi (Psi). “Quando ci sono processi in corso, a meno che non c’è una esigenza di approfondimento che la magistratura non riesce a effettuare per ragioni di competenza, la Commissione fa bene ad affrontare tematiche lontane da problematiche processuali, perchè è inevitabile che ci sia una interferenza. Le questioni vanno affrontate senza reticenze, ma ognuno faccia la sua parte”. Il senatore Nunziante Consiglio (LN) si dice favorevole personalmente all’apertura del dossier Stato-mafia, “ma come partito la valutazione è più complessa”, ammette. “Come commissione di indagine potremmo fare un lavoro parallelo a quello della magistratura: la politica si deve prendere delle responsabilità e non sempre lo fa”. Il vicepresidente della Commissione Antimafia, Luigi Gaetti (M5S) è pragmatico: per non intralciare il lavoro dell’autorità giudiziaria si è convenuto di non affrontare il tema in Antimafia, questa la linea concordata. “Si è preferito lavorare bene su alcuni temi e chiuderli – spiega – abbiamo scelto di volare basso per avere risultati concreti, piuttosto che non averne. Il filone Stato-mafia andrebbe affrontato, ma la politica non è capace di verificare se stesse in un ambito così complesso e il rischio era di non portare a casa nulla”.

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