Solidale con Ivan Scalfarotto: c’è chi innesca dibattito con parole d’odio e chi invece mettendosi in discussione per dare valore alle proprie posizioni. Un modo originale e serio di far parte del Governo..
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Il Sottosegretario Scalfarotto (PD) ha iniziato uno sciopero della fame per chiedere un’accelerazione del l’iter legislativo sui matrimoni gay. Abbiamo voluto intervistarlo per sentirne le ragioni e alla fine abbiamo parlato anche di molto altro.
Onorevole Scalfarotto, perché lo sciopero della fame? Perché proprio ora?
Fondamentalmente per aprire un dibattito. Il tema dei diritti civili è un tema che viene considerato “di nicchia” come se l’assenza dei diritti si solo un problema di chi quei dritti non li ha e invece secondo me è un tema che ha a che fare con la natura della democrazia, con la maturità e la struttura stessa della nostra società. Quindi lottare per i diritti non è una questione di una minoranza ma l’intero Paese. E voglio chiedere il coinvolgimento di quella maggioranza silenziosa che è favorevole: gli oppositori dei diritti degli omosessuali agiscono con grande efficacia e determinazione mentre i sostenitori si limitano ad un consenso di principio. Al di là dell’impegno del Pd, del Presidente del Consiglio che già si è espresso molte volte su questa questione, c’è bisogno che anche la nostra società civile viva questo dibattito di interesse nazionale come è già successo in Irlanda dove il referendum che ha detto sì ai matrimoni gay ha coinvolto tutto il paese.
Pasolini diceva che i diritti sono spesso quelli degli altri, invece in Italia sembra che la priorità sia di essere solidali con i nostri sodali: quindi prima i nostri famigliari, prima quelli che ci sono vicini, come se ci fosse un “federalismo della bontà”. Davvero secondo te è possibile un lavoro culturale sui matrimoni gay?
È quello che si deve fare! Ti dico la verità: è il motivo principale del mio gesto. Che è politico, personale ma soprattuto un gesto di costruzione “ghandiana” di dibattito. Noi siamo negli ultimi posti delle classifiche internazionali per i diritti dei gay. Se anche la Corte Suprema degli USA (dico mica un gruppetto ‘liberal’ ma nove signori attempati) ha deciso che il matrimonio (attenzione, hanno detto matrimonio, mica forme più blande) deve essere garantito a tutti questa è una pietra miliare, una situazione su cui dobbiamo assolutamente riflettere. Sia più vicini alla Bielorussia che la Francia o alla Germania.questa nostra posizione non ci fa onore, non fa onore alla patria di Cesare Beccaria, non fa onore alla culla del diritto. Come diceva Marthin Luther King qui la cosa grave è il silenzio degli onesti.
Eppure pochi giorni fa a Roma la manifestazione del Family Day e la manifestazione contro il “gender” nelle scuole ha coinvolto anche rappresentanti della vostra maggioranza. Non credi che forse esiste un problema politico?
Certo la nostra maggioranza è molto eterogenea. Ed è per questo che io credo molto invece nella nuova legge elettorale che stabilisce maggioranze omogenee. Se la maggioranza sta in piedi per il bene del Paese, cosa più importante, come succede ora è ovvio che su alcuni punti non ci si trova d’accordo. Detto questo però c’è anche un’urgenza del lavoro vita: io ho sempre pensato che non sarebbe stato un problema aspettare due mesi in più poi è successo che domenica scorsa ho ricevuto la mail di un ragazzo che da sei mesi mi raccontava la malattia del suo compagno e mi avvisato che era morto e quindi ha problemi con la custodia delle ceneri, ha problemi con le imposte di successione, praticamente per la nostra legge sono due sconosciuti. Mi sono reso conto che il tempo si esaurisce, mentre noi discutiamo nella vita reale i mesi sono dei macigni.
Ma che governo è un governo di cui un sottosegretario sciopera contro il governo che rappresenta?
Io non sciopero contro il Governo. Anzi, so che il Presidente del Consiglio ha preso un impegno. Vorrei ricordare che Enrico Letta è andato in Russia per i Giochi Olimpici nel momento meno opportuno, voglio ricordare che Giuliano Amato disse che il Gay Pride non si dovesse tenere a Roma… Qui nessuno ha avuto il coraggio di Renzi. Per me.
Quindi nel PD sui matrimoni Gay siete tutti d’accordo?
Con grande trasparenza ti dico che il Partito Democratico è compatto. Tranne due punti di discussione minori. Non siamo più divisi tra favorevoli e contrari, al massimo discutiamo di qualche tecnicismo. Anche i nostri parlamentari cattolici sono d’accordo.
Eppure in molti osservano che il percorso delle riforme si sia arenato…
A me sembra che siamo andati molto rapidamente. Abbiamo fatto la legge elettorale, stiamo discutendo la riforma costituzionale, stiamo lavorando per arrivare ad una sintesi. Stiamo procedendo.
Io da romantico quando leggo di uno sciopero della fame penso a Danilo Dolci, ai Radicali degli inizi, ma questo Paese ha ancora la profondità politica per coglierne un senso?
Io credo assolutamente di sì. Sono molto fiducioso sull’Italia e penso che le classi dirigenti abbiano la responsabilità di parlare al Paese con messaggi all’altezza. I nostri messaggi non sono quelli di Salvini, noi proviamo a stimolare in modo più complesso l’opinione pubblica.
Hai sempre avuto una visione molto umana della politica. Non trovi inumano che nella questione greca i numeri contino di più delle persone?
Penso di sì, in parte. È giusto non fare macelleria sociale ma chi governa si deve prendere la responsabilità di governare e Tsipras non lo sta facendo. Si è spogliato di una responsabilità che gli spettava. Noi siamo stati sempre molto generosi con la Grecia e anche noi con il governo Monti abbiamo dovuto prendere decisioni impopolari.
Ma non è che anche voi non avete rispettato la responsabilità sulla vicenda delle pensioni?
Non mi pare. La sentenza della Corte Costituzionale dice cose compatibili con l’impianto generale del decreto del Governo. Poi certo noi dobbiamo anche fare quadrare i conti.
Civati e poi Fassina sono usciti dal PD, non credi che la sinistra sia sbiadita tra i democratici?
A Pippo vorrei ricordare che le sue valutazioni sul lavoro erano molto diverse rispetto a quelle che ha oggi. Io ero per Ichino e lui per Boeri ma eravamo entrambi convinti che l’articolo 18 andasse superato. Tant’è che il suo responsabile economico, Filippo Taddei, è ora responsabile del Governo. Penso che sia Pippo ad avere avuto uno spostamento a sinistra. E poi se la sinistra è quella cosa che non governa mai io non mi ci ritrovo.
Ma credi che il progetto a sinistra non abbia speranze di diventare maggioritario?
Assolutamente no. Guarda in Liguria, hanno preso il 9%. Dove andiamo? C’è l’ha insegnato Ingroia e tutta una serie di esperienze che certa sinistra preferisce fare l’opposizione piuttosto che governare. Io invece oggi posso fare le cose, incidere sulla realtà: e credo che la politica sia proprio questo.
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