Ansa – Molto preoccupato per la vicenda Gas Natural

(ANSA) – ROMA, 13 NOV – “Apprendo che oggi la Prevenzione del Tribunale di Palermo ha rinviato al 18 Dicembre la decisione sulla Gas Natural e su Italgas, che da 6 mesi sono in amministrazione giudiziaria. Doveroso e necessario l’intervento dell’autorita’ giudiziaria in prevenzione di possibili reati: nel caso della Gas Natural e di Italgas si e’ trattato della preoccupazione che una percentuale significativa dei contratti fatti dalle aziende in Sicilia e non soltanto, stesse facendo lavorare imprese vicine ad ambienti mafiosi”. Lo scrive Davide Mattielo, deputato Pd e componente della Commissione Antimafia. “Ma altrettanto doveroso e necessario – prosegue il deputato Pd – il rispetto dei tempi di applicazione della misura di prevenzione: individuate le aziende in ‘odor di mafia’ con cui la Gas Natural e la Italgas hanno intrattenuto rapporti e ottenute dalle aziende controllate la rivisitazione delle procedure interne volte ad impedire per il futuro nuovi guai, che bisogno c’e’ di mantenere la misura dell’amministrazione controllata per altri mesi? Sono forse emerse nuove e piu’ gravi ipotesi? Quanto costa alla Gas Natural e a Italgas la prosecuzione della misura? Quanto vale per gli amministratori giudiziari la prosecuzione della gestione controllata?”. “Sono domande che spero di poter porre in Commissione Antimafia, che sta conducendo un approfondito lavoro di inchiesta su questa vicenda”, conclude Mattiello.

Il 22 novembre del 2008, al liceo Darwin di Rivoli, il controsoffitto di un aula crollò sulle teste degli anni. Alcuni rimasero feriti, Vito Scafidi, giovane di 17 anni perse la vita. Da quel giorno siamo accanto alla famiglia per chiedere verità e giustizia e per lottare affinché le scuole del nostro paese vengano messe in sicurezza. Come ogni anno ricorderemo Vito. Quest’anno l’appuntamento è per venerdì 21 alle 9.30, presso Piazza Martiri della Libertà, a Rivoli. Marceremo fino al liceo Darwin, con un fiore in mano… un fiore per Vito.Quest’anno vi invitiamo a realizzarlo, il fiore. Ecco come fare…

(ANSA) – Il Governo faccia la differenza sull’edilizia scolastica!

(ANSA) – ROMA, 12 NOV – “Il governo puo’ fare la differenza sulla sicurezza nelle scuole”. Lo afferma il deputato Pd Davide Mattiello, il quale rende noto di aver proposto un emendamento alla legge di stabilita’ che consenta alle Province e alle citta’ metropolitane di escludere dal calcolo del patto di stabilita’ interno le spese sostenute per interventi di messa in sicurezza delle scuole superiori. Si tratta di 5 mila edifici con oltre 2 milioni e mezzo di studenti. L’emendamento e’ stato ammesso e segnalato, condiviso dalla commissione Cultura della Camera, dall’Upi (Unione province italiane), dall’unita’ di missione voluta dal premier Renzi proprio per coordinare gli interventi nelle scuole, oltre che da organizzazioni sociali come Legambiente e CittadinanzAttiva. “Ora faccio appello al sottosegretario Delrio e alla ministra Giannini – conclude l’esponente del Pd – perche’ sostengano questo emendamento: sarebbe il coerente coronamento di uno sforzo necessario, a pochi giorni dal sesto anniversario della morte di Vito Scafidi per il crollo del soffitto del Liceo Darwin”

On. Francesco Boccia: Scuole sicure: almeno utilizzate i fondi disponibili per interventi urgenti!

On. Francesco Boccia: Scuole sicure: almeno utilizzate i fondi disponibili per interventi urgenti!

Basta ritardi: via al decreto attuativo per l’assunzione dei Testimoni di Giustizia nella PA

“Questa mattina ero in udienza a Siracusa al fianco di Marco Montoneri, testimone di giustizia, imprenditore che ha denunciato l’estorsione mafiosa. I Testimoni di giustizia sono cittadini onesti, spesso imprenditori che rivendicano il diritto di vivere e lavorare liberi dalla mafia, con uno Stato capace di proteggerli e sostenerli. Per ribadire tutto ciò, ho deciso di accompagnare in udienza Marco Montoneri, insieme ad Ignazio Cutrò, presidente dell’Associazione Nazionale Testimoni e a Bruno Piazzese, storico imprenditore e testimone siracusano, tra i primi a raccogliere il racconto di Montoneri”. Così Davide Mattiello, deputato del Pd e componente della commissione Antimafia. “C’è ancora molto lavoro da fare per rendere il sistema tutorio speciale a misura di testimone: per esempio privilegiando senz’altro l’incidente probatorio e la video conferenza per ridurre al massimo l’esposizione del Testimone nel dibattimento processuale, che spesso si svolge nella medesima città in cui il testimone ha fatto le denunce, proprio come nel caso di Montonero, che infatti dovrà tornare già la prossima settimana in udienza a Siracusa. Ci aspettiamo che questa settimana sia un giro di boa: il protocollo tra Ministero dell’interno e Regione Sicilia, così come il decreto attuativo per l’assunzione nella PA dei Testimoni di Giustizia nel resto d’Italia, sono pronti per essere pubblicati. Non ci possono essere altri ritardi”, conclude Mattiello.

Un altro giorno a fianco di un testimone di Giustizia

Oggi sono in tribunale a Siracusa con Marco Montoneri, imprenditore, testimone di giustizia, in programma speciale di protezione, così come Mercoledì (5/11) ero in tribunale a Santa Maria Capua a Vetere con la famiglia di Domenico Noviello,  imprenditore, fuoriuscito dal sistema speciale di tutela e ucciso il 16 Maggio 2008.

Per questi cittadini, onesti e normali, quasi sempre imprenditori, il confine tra la vita e la morte è sottile, spesso fragile. Il confine è lo Stato con la sua capacità di proteggere chi denuncia e di assicurare quelle condizioni sociali ed economiche che garantiscono al testimone una vita libera e dignitosa.

Leggi e regolamenti vanno migliorati: c’è la relazione della Commissione Antimafia approvata all’unanimità il 21 Ottobre, sulla quale già il Senato e il Governo hanno espresso un giudizio positivo, che indica una strada precisa. C’è il decreto attuativo delle norme che prevedono l’assunzione nella PA dei TdG, pronto per essere pubblicato dal Ministero dell’Interno. C’è il protocollo tra la Regione Sicilia e il Ministero dell’Interno, pronto per dare piena attuazione alla normativa siciliana. C’è il DDL Orlando, ora alla firma del Presidente della Repubblica, che estende alcuni strumenti di sostegno. Insomma: la politica si è mossa e ora non ha davvero alibi per non fare fino in fondo ciò che ha cominciato.

Ma intanto, mentre regolamenti e leggi vengono approvati, c’è bisogno di attenzione e di umanità, sia verso chi sta nel sistema tutorio, ordinario o speciale, sia verso chi è uscito dal programma di protezione. Persone angosciate, spesso spaesate e isolate, che hanno nelle Istituzione l’unico riferimento. Eppure certe risposte tardano in maniera inaccettabile, pur essendo sostenute da ragioni e documenti o sono liquidate in maniera troppo burocratica.

Lo Stato deve mostrare la faccia dura verso i delinquenti che fanno del male a persone inermi, non verso le vittime di queste violenze.

On. Davide Mattiello

Commissione Antimafia

Coordinatore V Comitato “Testimoni di Giustizia, Vittime di mafia, Collaboratori”

 

La politica non ha più alibi

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(ANSA) – ROMA, 9 NOV

“Domani saro’ a Siracusa in tribunale accanto a Marco Montoneri, cosi’ come mercoledi’ scorso ero in tribunale a Santa Maria Capua a Vetere con la famiglia di Domenico Noviello, imprenditore, fuoriuscito dal sistema speciale di tutela e ucciso il 16 Maggio 2008”: a raccontarlo e’ Davide Mattiello, deputato Pd, coordinatore del V Comitato “Testimoni di giustizia, vittime di mafia, collaboratori”. “Per questi cittadini, onesti e normali, quasi sempre imprenditori – spiegaMattiello – il confine tra la vita e la morte e’ sottile, spesso fragile”. Domani si apre infatti un nuovo processo al tribunale di Siracusa dopo le indagini che hanno preso il via dalla denuncia di Montoneri, ex imprenditore, testimone di giustizia, in programma speciale di protezione. L’uomo, che gestiva un autosalone, ha denunciato di aver subito tra il 2010 e il 2013 pesanti estorsioni da parte di nove persone che sono state arrestate. “Il confine – spiega Mattiello – e’ lo Stato con la sua capacita’ di proteggere chi denuncia e di assicurare quelle condizioni sociali ed economiche che garantiscono al testimone una vita libera e dignitosa. La politica si e’ mossa e ora non ha davvero alibi per non fare fino in fondo cio’ che ha cominciato”. “Ma intanto, mentre regolamenti e leggi vengono approvati – prosegue il deputato Pd – c’e’ bisogno di attenzione e di umanita’, sia verso chi sta nel sistema tutorio, ordinario o speciale, sia verso chi e’ uscito dal programma di protezione. Persone angosciate, spesso spaesate e isolate, che hanno nelle Istituzione l’unico riferimento. Eppure certe risposte tardano in maniera inaccettabile, pur essendo sostenute da ragioni e documenti o sono liquidate in maniera troppo burocratica. Lo Stato deve mostrare la faccia dura verso i delinquenti che fanno del male a persone inermi, non verso le vittime di queste violenze”, conclude Mattiello.

La relazione sui Testimoni di Giustizia. Approvata!

Coloro che assumono, rispetto al fatto o ai fatti delittuosi in ordine ai quali rendono le dichiarazioni, esclusivamente la qualità di persona offesa dal reato, ovvero di persona informata sui fatti o di testimone, purché nei loro confronti non sia stata disposta una misura di prevenzione, ovvero non sia in corso un procedimento di applicazione della stessa“.

Questa la definizione di ‘Testimone di Giustizia’.

Qui di seguito un passaggio della relazione che POTETE SCARICARE QUInella sua interezza.

L’attuale impostazione del sistema non considera che il testimone, rimanendo in loco, spesso subisce – a differenza del collaboratore, i cui proventi avevano spesso origine illecita – una notevole riduzione della capacità economica a causa della testimonianza. La particolare pervasività, in alcuni contesti, delle associazioni mafiose o la subcultura che caratterizza determinate realtà ambientali, fanno sì che la denuncia possa essere foriera della perdita di commesse, della riduzione della clientela, dell’interruzione di rapporti di fornitura.

L’impresa di chi denuncia, che sempre più assottiglia le sue potenzialità, è destinata quindi al fallimento. Fallimento che, peraltro, sancisce la supremazia del consorzio mafioso o « mafiosizzato » e fa da monito deterrente per coloro che vorrebbero ribellarsi. Proprio per questo, come si è già evidenziato, in molti casi sono gli stessi testimoni a scegliere il programma di protezione in località protetta che, quantomeno, assicura il sostentamento e risparmia dalla gogna. E, proprio per questo, si è consolidata dalla parte delle stesse istituzioni la tendenza a tralasciare le speciali misure che, a priori, impediscono il risultato prestabilito dell’assenza di perdite per colui che adempie al dovere di testimoniare.